Dopo 54 giorni di silenzio (da quel 23 aprile, giorno dell’ultima di campionato) l’Avellino calcio ha interrotto il silenzio, e lo ha fatto nella persona del suo presidente, Angelo D’Agostino, che ha aperto la conferenza stampa di presentazione del nuovo organigramma della squadra biancoverde per il campionato 2023-24, partendo dal nuovo direttore dell’area tecnica, l’esperto Giorgio Perinetti, e dalla riconferma di Massimo Rastelli in panchina.
Ecco le parole del massimo dirigente avellinese:
“Abbiamo deciso di prenderci questa pausa per non fare dire e non fare scelte azzardate, sull’onda della rabbia e del malcontento della fine del campionato scorso. Abbiamo preferito meditare ed agire con calma, dopo lunga riflessione. Ora siamo qui per annunciare una linea diversa rispetto a quella dell’anno scorso, Inutile dire che non siamo soddisfatti di quanto è successo nello scorso campionato. Non solo i tifosi hanno provato amarezza, ma anche noi siamo rimasti scontenti, ed anzi lo siamo ancora di più deii sostenitori, perchè oltre ad essere i primi tifosi, abbiamo anche avuto oneri economici notevoli. E’ stato sicuramente un anno no. E per questo abbiamo analizzato a fondo gli errori commessi, ed ora siamo pronti a ripartire. Ricominciando d un nuovo direttore dell’area tecnica, nel quale riponiamo tanta fiducia per la sua notevole esperienza. I nostri obiettivi sono quelli di sempre, cercare di fare bene, evitando, prima di tutto, di commettere gli errori del passato. I nostri tifosi hanno ragione ad essere delusi, ma con il lavoro ed iil costante impegno siamo sicuri che torneranno a sostenerci“.
Giorgio Perinetti, 72 anni, romano, lunghissima esperienza calcistica, quasi mezzo secolo di carriera alle spalle, è l nuovo responsabile dell’area tecnica della società biancoverde.
Ecco come si è presentato alla piazza di Avellino:
“Ringrazio prima di tutto la proprietà per avermi dato questa opportunità. Ho riscontraato nel presidente, non solo una persona non solo concreta ma anche molto serena. Dopo tutto quello che è successo, sul quale non entro nel merito, ha ancora tanta voglia di ottenere quello che non ha ottenuto fino a oggi, nonostante gli sforzi economci affrontati. Serve anche l’aspetto umano nei rapporti di collaborazione ed io debbo dire di aver trovato quest’aspetto nella famiglia D’Agostino. L’Avellino mi ha convinto nel progetto e io punto a vivere il territorio, sarò sempre in città. Non voglio essere un collaboratore dell’Avellino, ma uno che lavora ad Avellino, per l’Avellino. Il 17 marzo 2023 è scomparsa una persona fondamentale per la mia carriera, che ha scommesso su un ragazzo che voleva fare qualcosa nel calcio. Mi fece firmare il mio primo contratto, stagione 74/75. Questa persona era Avellinese e si chiamava Carlo Mupo, la prima persona che mi ha dato fiducia. Mi piace ricordarlo qui, perché da un avellinese è partita la mia storia calcistica. Tanti cose mi legano alla città, come mia moglie scomparsa, che lavorava qui all’Avellino. Ricordo anche quando l’Avellino, che non aveva più nulla da chiedere, batté il Messina, permettendo al mio Palermo di salire in Serie B. Ci sono tante storie che mi legano a questo ambiente. Ora non è il caso di fare promesse, contano i fatti, quello che riesci a realizzare. Il calcio di oggi è molto difficile, basti vedere i playoff oppure le retrocessioni eccellenti dalla Serie B. Ci sono pressioni e noi dobbiamo essere bravi a creare il giusto clima. Io e i miei collaboratori, Luigi Condò e Pierfrancesco Strano, siamo abituati a non spegnere mai il telefono, a non avere giorni liberi. Un direttore da solo, un allenatore da solo, una squadra da sola non può vincere. Ci si può affermare solo se l’ambiente è completamente unito, ed ogni componente è vicina alle altre. Bisogna però aspettare di poter far partire un progetto, di assecondarlo, di aiutare e poi gioire insieme. Insieme si possono ottenere grandi risultati, disuniti non si ottiene niente. Non parliamo più del passato, ci deve servire come riflessione, per sostenere il presente e programmare il futuro. Non trovo sia giusto vivere di ricordi, conta quello che si fa da oggi in avanti. Sono felice di aver trovato qui ad Avellino mister Rastelli. Ieri siamo partiti insieme con questo progetto. Speriamo di dare al mister gli elementi giusti con i tempi giusti. Ci vuole un po’ di pazienza, mirare bene e non sbagliare il bersaglio. Puntiamo a partire con un organico già ben definito sin dal ritiro, ma non escludiamo di completare l’organico nelle varie finestre di mercato, anche perchè l’esperienza ci insegna che iil giocatore che prima sembrava inarrivabile, magari dopo Ferragosto può prendere in considerazione anche la nostra società.”
Dopo le parole del presidente D’Agostino e del nuovo direttore dell’area tecnica Perinetti, è stata la volta del riconfermato tecnico biancoverde Massimo Rastelli.
Ecco le parole del nuovo vecchio allenatore dell’Avellino:
“Vorrei chiedere doverosamente scusa a tutti i tifosi per il campionato scorso. Soprattutto per la seconda parte della stagione che è stata al di sotto delle nostre possibilità. Non vi nascondo che anche per me, che ero arrivato ad Avellino carico di entusiasmo e di voglia di fare, è stato molto pesante questo campionato deludente. Ma ora credo che sia nostro dovere riprovarci, anche per chiudere definitivamente la brutta pagina dello scorso anno. Finalmente dopo 54 giorni, ci siamo rivisti con il presidente, abbiamo parlato e chiarito tanti aspetti, e sono felice di ricominciare con rinnovate prospettive. Debbo dire che non mi andava di lasciare Avellino con la coda tra le gambe, da sconfitto, e con prestazioni non degne del valore della squadra. Vi assicuro che di contratto non si è parlato con il presidente, perchè abbiamo solo deciso di riprovarci con grande voglia. Le dimissioni non sono mai state nella mia mente, e mai lo saranno perchè, ripeto, non mi va assolutamente di andare via da perdente. Ma questi due mesi sono stati importanti, per me e per la proprietà, per capire, chiarire e ripartire”.