Monopoli – Avellino 1 – 1
Monopoli: Satalino, Vignati (dal 58′ Tazzer), Bizzotto, Riggio, Viteritti (dall’83’ Alba), Piccinni (31′ st Basile), Vassallo, Zambataro, Liviero (dal 58′ Guiebre), Starita, Soleri. A disposizione: Oliveto, Nina, Di Benedetto, Glorioso, Iuliano. All.: Scienza.
Avellino: Forte, L. Silvestri, Miceli, Illanes, Ciancio, Carriero (dall’81’ Rizzo), Aloi (dal 65′ Adamo), D’Angelo, Tito (dal 65′ De Francesco), Fella (dal 75′ Santaniello), Maniero (dal 75′ Bernardotto). A disposizione: Pane, Dossena, Rocchi, Baraye. All.: De Simone (squal. Braglia).
Arbitro: Cosso di Reggio Calabria. Assistenti: Teodori-Tinello. Quarto ufficiale: Di Graci.
Marcatori: al 24′ D’Angelo (rig.), al 92′ Zambataro (M).
Ammoniti: Soleri (M), Vassallo (M), Aloi, Fella, Santaniello. A.: 9-4. Rec.: 0′ pt; 4′ st.
Tutto pronto allo stadio “Veneziani” con Monopoli ed Avellino che fanno il loro ingresso sul campo da gioco. Padroni di casa in completo nero con inserti verdi, rispondono i lupi in casacca bianca e pantaloncini verdi. Arbitra l’incontro il signor Francesco Cosso della sezione di Reggio Calabria coadiuvato da Simone Teodori della sezione di Fermo e Nicola Tinello della sezione di Rovigo. Quarto ufficiale signor Alessandro Di Graci della sezione di Como.
La settima vittoria consecutiva dei Lupi è sfumata sui titoli di coda del match del Veneziani di Monopoli. Al 92′ un cross molto facile da leggere dalla sinistra del fronte d’attacco pugliese, ha trovato la difesa dei Lupi inspiegabilmente immobile, e Zambataro ha messo di testa alle spalle di Forte, tra l’incredulità dei stessi calciatori monopolitani. Questo gol inopinatamente subito dall’Avellino, vale a dire una compagine fino ad allora tetragona, soprattutto per quel che concerne la fase passiva, ha fatto sfumare i sogni di gloria dei Lupi.
Su un terreno di gioco gibboso, che rendeva difficile il controllo della sfera, è andato in scena una partita praticamente sempre in mano all’Avellino, che a metà del primo tempo aveva avuto l’opportunità di sbloccare su rigore di D’Angelo. La vittoria è sfuggita di mano ai ragazzi di Braglia in maniera assolutamente impensabile, anche perchè i Lupi non avevano subito neppure un tiro in porta durante tutto l’arco della gara.
E così tutto ciò che di buono avevano saputo costruire Aloi e compagni è evaporato per una dormita collettiva, per un peccato di superficialità e deconcentrazione. Evidentemente, i Lupi erano convinti che la partita fosse già finita. Invece, come diceva mister Boskov, le partite finiscono solo quando fischia tre volte l’arbitro.
Ma la mancata vittoria, che sarebbe stata sacrosanta per l’Avellino, visto il volume di gioco prodotto dagli Irpini, è figlia anche dell’imprecisione e dello scarso cinismo sotto la porta avversaria da parte dei vari Maniero, Fella e soprattutto Bernardotto, che nel corso della ripresa hanno avuto ben quattro occasioni per chiudere il match, e sono stati capaci di non metterne neppure una dentro.
E’ chiaro che se le partite si portano con il minimo vantaggio fin oltre il novantesimo, si può sempre correre il rischio di non vincerle. Ed è quello che, purtroppo, è accaduto ai Lupi, che debbono recitare il mea culpa per aver lasciato sul campo due punti d’oro nella corsa ad un ipotetico, ma assai improbabile primo posto in classifica, che per i Lupi, visto anche il successo al 95′ della Ternana sul Bari, è ormai da ritenere un utopia. Però, guardando il bicchiere mezzo pieno, c’è da considerare che l’Avellino, guadagnando un altro punticino sulla squadra di Carrera, consolidano ulteriormente il secondo posto.