La Redazione di Irpinia Sport ha voluto ricordare il “Grande” Tonino Zorzi ,con la publicazione integrale dello splendido ritratto della Dr.ssa Annamaria Malzoni, tifosa e dirigente della Scandone Avellino.
“Ogni volta che ne avrete bisogno, anche solo di un consiglio, sulla cosa che tanto amiamo come il basket, non esitate a chiamarmi. lo saró sempre disponibile con chi mostra amore e passione per il nostro sport”.
Pensate a quanto siano belle queste parole. Pensate a quanto siano belle queste parole pronunciate da una leggenda del basket italiano che ha iniziato a giocare in Serie A poco dopo la fine della seconda guerra mondiale e che ha smesso di allenare in Serie A quando i social network erano già arrivati da tempo.
Lui è Tonino, ma anche il Paron, al secolo Antonio Zorzi.
Oggi è una giornata triste per la pallacanestro italiana perchè a 88 anni è venuto a mancare uno dei pilastri più resistenti del nostro sport. Sessant’anni di carriera (avete letto bene) ad alti livelli sia da giocatore che da allenatore. Ha insegnato pallacanestro ovunque. A Varese, Avellino, Napoli, Gorizia, Reggio Calabria o Venezia, se fate il suo nome farete venire la pelle d’oca a parecchie persone.
Ci ha lasciato un maestro che ha avuto lo straordinario merito di aver contaminato il nostro Paese con l’amore per il suo sport preferito. Una contaminazione che non si è fermata nemmeno negli ultimi anni, col fisico segnato dalle non buone condizioni di salute, allenando la Nazionale Over 75, presenziando ancora a clinic, eventi, partite, incontri, rispondendo alle tante persone che gli scrivevano sui social. Un po’ di tempo fa ci scrisse un messaggio, “Siete bravi”. Un gigante che fa dei complimenti ad un topolino. Ma lui è sempre stato così, senza filtri, senza barriera, diretto, schietto, sincero. E per questo era amato da tutti.
Ciao Tonino, e grazie per tutto quello che hai fatto per il nostro basket.
Dr.ssa ANNAMARIA MALZONI
Zorzi in panchina :
Il meglio di sé Zorzi, immediatamente diventato Paròn alla stregua del coevo Nereo Rocco, lo dà seduto in panchina. Conquista una storica Coppa delle Coppe con la Partenope Napoli nel 1970, centra 5 promozioni dalla Serie A2 alla Serie A1: tre con la Reyer (1976, 1981, 1986), una con Viola Reggio Calabria (1989) e Pallacanestro Pavia (1991). Ha fatto anche il vice-allenatore di Sandro Gamba in azzurro: i due portarono lo storico argento europeo a Roma 1991.
Nel 1997/98 è stato allenatore della Scandone dove lasciò un bellissimo ricordo , tanto è vero che finita la carriera di capo allenatore, fu chiamato per aiutare nel ruolo di senior coach Matteo Boniciolli a vincere la Coppa Italia ad Avellino (2008) e poi l’EuroChallenge alla Virtus Bologna (2009). Un suo capolavoro è anche il quasi salvataggio della Viola Reggio Calabria nel 2004/05, l’ultimo anno di carriera. Il suo nome resta fortemente legato all’esperienza calabrese: nel 2000 subentrò a Gebbia nel primo anno del dopo-Ginobili e su quella panchina è tornato ben quattro volte. Nel 2008, la FIP l’ha nominato Allenatore Benemerito di Eccellenza. “La verità” diceva “è che allenare mi piace, mi diverte e in più mi pagano per fare una cosa che farei comunque”. E poi: “Sono per un basket lineare, per il contropiede, per il passaggio. Odio il basket barocco, di quelli che giocano prima contro sé stessi che contro l’avversario, quelli che disdegnano il canestro facile”.