IL DIRETTORE SPORTIVO
«Se la Lega ci manderà in campo il 26 agosto, domenica avremo 11 giocatori e 5 panchinari. Siamo a lavoro 24 ore su 24 per attrarre i giocatori migliori ancora disponibili. Aspettiamo il girone in cui saremo inserire prima di fare proclami»
Carlo Musa, appena 28enne ma alle spalle già una discreta esperienza sui campi di estrema periferia della Capitale. Il nuovo Direttore Sportivo della neonata società biancoverde di Gianandrea De Cesare, si è presentato nella sua prima conferenza stampa da dirigente avellinese:
“Sono onorato di essere venuto ad Avellino, in una piazza storica del calcio italiano. Sono ronto a dare il massimo. Ho tanto fiducia in questa dirigenza e sono convinto che insieme riusciremo a fare un grande lavoro. Inutile dire che questa è una grande sfida. Siamo impegnati senza sosta per cercare disperatamente di recuperare il tempo perduto e cercare di creare la struttura di questa società. Chiedo a tutti, tifosi e stampa, di avere un pò di pazienza, di starci soprattutto vicino perchè ci siamo calati in una grande sfida. L’allenatore? L’ho incontrato da avversario e mi ha fatto una grande impressione. Viene da un ottimo lavoro fatto in Sardegna. Di lui mi hanno colpito il modo di fare calcio ma anche la su notevole umanità. Ha tanta esperienza e penso che potremo tranquillamente completarci a vicenda. Penso e spero che Graziani sia l’uomo giusto per l’Avellino. Il mercato? Quello che ci preme inannzitutto è trasmettere serietà all’esterno in maniera che i ragazzi che arriveranno lo faranno perchè attratti dal nostro progetto. Nomi non ne facciamo ma state certi che se la Lega Dilettanti dovesse confermarci di giocare domenica prossima, saremo comunque in grado di scendere in campo con i ranghi al completo, under compresi. Quello che mi preme dire è che non dobbiamo vivere con l’assillo dell’obiettivo. Dovremo fare le cose con calma e poi sarà il campo a parlare e adire se siammo stati bravi. La Juventus della serie D? Non lo so se l’Avellino sarà la Juve della categoria, anche perchè quest’anno ci saranno anche altre piazze storiche come Bari, Modena, Reggiana. Sembra quasi una Lega Pro. Sappiam che sarà molto difficile. Gli under? Sappiamo benissimo che gli under saranno fondamentali, ma anche se siamo già molto in ritardo, vogliamo prendere ragazzi che siano funzionali per le caratteristiche che cerchiamo. Il girone? Non sappiamo ancora niente perchè tutto dipende da quali decisioni saranno prese dalla Lega. Possiamo capitare nel girone campano, come quello pugliese, oppure quello laziale, che logicamente conosco molto bene. Aspettiamo. Il possibile ripescaggio in Lega Pro? Non so, noi stiamo lavorando per la serie D, perchè domenica dovremo giocare la Coppa Italia contro il Nola. Nel caso dovessimo avere l’opportunità di giocare in Lega Pro, ci prepareremo adeguatamente per la categoria. anche perchè sia il mister che il sottoscritto abbiamo l’abilitazione per lavorare fino ai massimi livelli”.
IL MISTER
«Spero di essere all’altezza di quest’avventura. Sarò sergente di ferro solo con chi sgarra ma se il gruppo capisce il peso della maglia andremo lontano. Ho sposato immediatamente il progetto di questa società. Ora a lavoro»
Archimede Graziani, 53 anni chiamato da Nicola De Cesare a guidare la costruenda truppa della nuova realtà calcistica biancoveede, si è presentato alla piazza di Avellino. Dall’alto delle sue circa 800 panchine a queste “latitudini calcistiche”, il tecnico toscano ha subito fatto capire di avere le idee chiare, e soprattutto ha dato un saggio della sua spiccata personalità. Ecco le parole dell’ex allenatore del Mantova:
“Prima di tutto fatemi dire che per me è un grande onore essere arrivato ad Avellino, non solo per il grande prestigio di una piazza storica del calcio italiano, ma anche per la grande serietà della società che mi ha chiamato, che mi pare sappia davvero ciò che vuole. Spero soltanto che alla lunga anche io possa riuscire a dare qualcosa a questa piazza. La serie D? E’ un campionato difficile, dove c’è bisogno del giusto mix giocatori esperti e giocatori giovani. I ragazzi devono dare estro e briosità, mentre i vecchi devono portare il giusto contributo di esperienza. Quello che dico è che i giovani vanno lasciati in pace, se c’è da rimproverare qualcuno, bisogna farlo con quelli più esperti. I ragazzi più giovani, invece, io ho il dovere di proteggerli, magari anche dinanzi all’evidenza. I calciatori che arriveranno saranno tutti funzionali alle nostre idee, ai nostri principi del calcio. Penso che sia molto importante che quelli che arriveranno qua siano da Avellino, perchè la maglia dell’Avellino non è una maglia qualsiasi. A me non interessano tanto i nomi, ma chiedo ai ragazzi che arrivano di calarsi subito nella realtà calcistica che si ritrovano a vivere. Spero che sappiano cogliere il senso di appartenenza. Io sergente di ferro? Sono una persona che dà valore a dei principi importanti, il rispetto soprattutto. La costruzione di una squadra importante passa anche attraverso la disciplina e l’educazione. Chi sgarra e non rispetta le regole mi fa diventare un sergente di ferro. E siccome su certe cose non transigo, chi non ci sta non può fare parte del mio Avellino. Spero che i ragazzi che verranno sentano il senso e l’importanza di portare addosso una maglia che non è come tutte le altre, è la maglia dell’Avellino. Se avverrà questo, credo che potremo andare lontano. Peccato che ci manchi il tempo, anzi siamo in notevole ritardo, ma spero che questo gap possa ridurlo l’intensità che metteremo nel lavoro. I campi della serie D? Per me sono tutti uguali. Se giocheremo in un campo stretto, ci adatteremo al campo stretto, se dovremo giocare su uno largo, faremo altrettanto. Il vero problema, secondo me, sarà giocare al Partenio-Lombardi, sarà quella la vera difficoltà da superare. L’importanza e la grandezza storica di questo stadio non dovranno suscitare nessun timore nei miei ragazzi. E per scongiurare questo rischio chiedo aiuto ai tifosi che dovranno sostenere i nostri ragazzi come solo i sostenitori biancoverdi sanno fare”