Tabellino di Foggia-Avellino. 2-1 il risultato finale. Le reti dei pugliesi sono state messe a segno da Nicastro e da Mazzeo nella ripresa. L’Avellino era passato in vantaggio con Asencio.
Foggia-Avellino 2-1, il tabellino
Foggia (3-5-2): Guarna; Tonucci, Camporese (15′ st Floriano), Loiacono; Gerbo, Agnelli, Greco, Deli (36′ st Martinelli), Kragl; Nicastro (36′ st Duhamel), Mazzeo. A disposizione:Tarolli, Noppert, Figliomeni, Fedato, Beretta, Celli, Ramè, Scaglia, Calabresi. Allenatore:Stroppa.
Avellino (4-4-1-1): Radu; Ngawa, Morero, Migliorini, Marchizza (30′ st Moretti); Laverone (9′ st Vajushi), De Risio, Di Tacchio, D’Angelo; Molina (13′ st Falasco); Asencio. A disposizione: Lezzerini, Pecorini, Kresic, Evangelista, Rizzato, Wilmots. Allenatore:Novellino.
Arbitro: Di Martino di Teramo.
Assistenti: Intagliata di Siracusa e Pagnotta di Nocera Inferiore.
Quarto uomo: Nasca di Bari.
Reti:al 10′ pt Asencio, al 35′ pt Nicastro, al 23′ st Mazzeo.
Ammonizioni: Tonucci, Camporese, Mazzeo, Ngawa
Espulsioni: D’Angelo
Recupero: 1′ nel primo tempo e 4′ nella ripresa
Note: al 44′ pt Mazzeo sbaglia un calcio di rigore;
Il girone di ritorno era partito bene : Vittoria a Brescia e pareggio casalingo con la Cremonese. Oggi i Lupi perdono a Foggia. Diciamo subito che la vittoria dei Satanelli, ineccepibile, è apparsa addirittura inevitabile, per le premesse di una rosa avellinese ridotta all’osso (a causa della falcidia degli infortuni), e per quel che è venuto determinandosi nel corso del match, e ci riferiamo all’espulsione di D’Angelo sul finire del primo tempo, che, lasciando i Lupi in inferiorità numerica, ha dato la stura ad una sconfitta quasi naturale. Eppure i Lupi avevano illuso i propri (tele)tifosi con il gol di Asencio dopo appena dieci minuti. Il giovane attaccante spagnolo aveva messo la palla in rete, di destro sotto misura, raccogliendo una torre di testa di Migliorini su calcio franco di Di Tacchio dalla trequarti sinistra. Ma il gol biancoverde era il classico fuoco di paglia perchè i Foggiani erano apparsi, sin da subito, padroni del campo, a fronte di un Avellino votato principalmente alla fase di interdizione. I Lupi hanno anche lavorato bene nella propria trequarti, ma non avendo riferimenti importanti nella trequarti avversaria (per via dell’incredibile catena di infortuni che ha privato Novellino di tutta la sua rosa di attaccanti), fatalmente non riusciva a trovare la finalizzazione giusta per poter impensierire la difesa rossonera.
Eppure i Lupi avevano illuso i propri (tele)tifosi con il gol di Asencio dopo appena dieci minuti. Il giovane attaccante spagnolo aveva messo la palla in rete, di destro sotto misura, raccogliendo una torre di testa di Migliorini su calcio franco di Di Tacchio dalla trequarti sinistra. Ma il gol biancoverde era il classico fuoco di paglia perchè i Foggiani erano apparsi, sin da subito, padroni del campo, a fronte di un Avellino votato principalmente alla fase di interdizione. I Lupi hanno anche lavorato bene nella propria trequarti, ma non avendo riferimenti importanti nella trequarti avversaria (per via dell’incredibile catena di infortuni che ha privato Novellino di tutta la sua rosa di attaccanti), fatalmente non riusciva a trovare la finalizzazione giusta per poter impensierire la difesa dauna. Al 35′ il pareggio dei Rossoneri portava la firma di Nicastro, dopo che lo stesso attaccante foggiano, scattato sul filo del fuorigioco (in quest’occasione era colpevole Marchizza che sul versante opposto non era salito in tempo), aveva servito Mazzeo, che non era riuscito a superare Radu, ma la palla era tornata tra i piedi dell’ex perugino che non ha avuto difficoltà a metterla dentro, praticamente a porta vuota. Trovato il pareggio, comunque meritato per quanto profuso nella prima mezzora, il Foggia ritrovava anche autostima e maggiore convinzione e cominciava a premere con maggiore insistenza. Al 43′ Gerbo, sfuggito a D’Angelo, si incuneava fin quasi l’area di porta, ma proprio mentre stava per calciare a rete a botta sicura, veniva strattonato platealmente da dietro dal capitano biancoverde. L’arbitro decretava il calcio di rigore ed espelleva per fallo da ultimo uomo il centrocampista D’Angelo. Il rigore calciato da Mazzeo veniva clamorosamente fallito dall’ex Benevento, che spediva la sfera sopra la traversa. Il primo tempo si chiudeva sull’uno a uno, ma questo era soltanto un dettaglio, perchè si presumeva che nella ripresa il Foggia avrebbe spinto ulteriormente sull’acceleratore, anche in ragione della superiorità numerica e, soprattutto, perchè Novellino non aveva pedine importanti in panchina da poter proporre in campo. In effetti, la ripresa non tradiva l’attesa di un canovaccio tattico scontato, con il Foggia impegnato a fare la partita per vincerla, e con l’Avellino che avrebbe presidiato la propria trequarti, per fare in modo di non subire il raddoppio dei padroni di casa. La pressione degli uomini di Stroppa diventa debordante nel momento in cui, allo scoccare dell’ora di gioco, lo stesso trainer pugliese getta nella mischia un attaccante in più, Floriano, per un difensore, Camporese. Il gol della vittoria dei padroni di casa arrivava al 68′ con Mazzeo che metteva dentro da due passi, dopo che Gerbo aveva superato con irrisoria facilità Falasco che non aveva neppure accennato alla chiusura e, da sinistra, aveva messo al centro dell’area di porta per l’accorrente attaccante salernitano. Novellino, ad onor del vero, aveva pure cercato di dare un senso alla generosità dei suoi ragazzi, proponendo cambi per rivitalizzare le fasce, inserendo prima Vajushi e poi Falasco, e gettando nella mischia, nell’ultimo quarto d’ora anche il “figliol prodigo” Moretti, ma senza riuscire ad impensierire seriamente la retroguardia foggiana. La partita si chiudeva dopo 5′ di recupero, consegnando tre punti ai Foggiani che li risollevano non poco da una classifica pericolosa, e riportando, viceversa, i Lupi in una situazione non proprio tranquilla, atteso anche che, là dietro, hanno vinto quasi tutte le pericolanti.