Un’altra trasferta, un’altra umiliazione per i Biancoverdi, che sono usciti a capo chino anche dallo stadio di Civita Castellana, umiliati da tre schiaffi in pieno viso ricevuti dal Flaminia.
La vittoria ottenuta tre giorni orsono in casa con il Lanusei aveva fatto dimenticare gli orrori visti a Fregene, la settimana prima. Ma quest’altro viaggio nel Lazio ha riportato, pari pari, ha restituito l’incubo già vissuto contro l’Atletico.
E’ vero che la squadra di Graziani aveva assenze non di poco conto: Sforzini, Gerbaudo, Matute e lo stesso De Vena, che ha giocato pur non essendo al meglio. Ma è altrettanto innegabile che la formazione scesa in campo questo pomeriggio ha mostrato vistosissime lacune caratteriali, che ci portano a pensare a carenze di tipo strutturale nella rosa assemblata dal DS Musa.
Se bastano quattro assenze, ancorchè importanti, per rendere irriconoscibile questo Avellino, allora c’è da pensare che i problemi siano davvero seri, e che sin dal primo giorno di mercato, vale a dire il primo dicembre, la dirigenza biancoverde debba “mettere mano al portafoglio” e rinforzare la rosa attuale con almeno cinque o sei pedine importanti, che siano in grado di far fare il necessario salto di qualità per sperare nella promozione dei Lupi.
Questo pomeriggio a Civita Castellana è scesa in campo una squadra, quella di Graziani, assolutamente priva di “spina dorsale”, sia sul piano tecnico.tattico, sia soprattutto su quello caratteriale. In questo campionato di serie D, è ormai risaputo che senza abnegazione, voglia di sacrificarsi e “vis pugnandi” non si va da nessuna parte.
L’Avellino non ha mai saputo impensierire gli avversari, che, viceversa, hanno potuto mettere puntualmente il dito nelle tante “piaghe” dei biancoverdi, che sono caduti alla prima vera occasione dei padroni di casa. Così, è accaduto che, al 33′, una punizione calciata da Mattia dal vertice destro dell’area di rigore biancoverde, sia stata respinta con una grande parata da Lagomarsini, che, purtroppo, non ha potuto fare niente sul tap-in di Abate (ex di turno), che, indisturbato da una difesa biancoverde immobile, ha ribadito in rete, portando il Flaminia in vantaggio.
Dopo il gol dei Laziali ci saremmo aspettati la reazione dei Lupi, invece, niente, i ragazzi di Graziani sono apparsi quasi rassegnati, senza la capacità e la forza morale per reagire. Al 42′ i padroni di casa hanno agevolmente raddoppiato, con un’azione di contropiede, rispetto alla quale, i difensori avellinesi sono rimasti nuovamente immobili: discesa dalla destra di Morbidelli, palla al centro dell’area di porta a Mattia che ha battuto agevolmente a rete.
Ad inizio ripresa, Graziani ha cominciato a dare fondo ai cambi a disposizione, ma la pochezza dei Lupi oggi è stata allarmante, soprattutto, dopo che è dovuto uscire anche De Vena, sostituito da un ragazzino, Mentana, che non è riuscito a combinare niente di buono. L’Avellino ha creato quasi niente sotto porta, tranne un colpo di testa di Morero, mentre il Flaminia, quando ripartiva velocemente in contropiede, faceva venire i brividi alla retroguardia biancoverde, che, dopo essersi salvata una prima volta, per un’ccasione clamorosamente divorata da un attaccante di casa, ha subito anche i terzo gol, al 73′, ad opera di Di Maira che ha fatto secco Lagomarsini con un gran diagonale da sinistra. Inutile dire che la gara è praticamente finita lì.