BUDONI : Donini; Farris, Varrucciu, Pantano; Musu, Spina (27’ st Santoro), Murgia, Raimo (34’ st Pusceddu); Varela, Sariang, Spano. A disp. Trini, Maccioni, Gungui, Cissè, Valerio, Saiu, Scanu. Allenatore: Raffaele Cerbone.
AVELLINO : Pizzella; Dionisi, Morero (42’ pt Capitanio), Dondoni; Carbonelli, Di Paolantonio, Matute, Parisi; Tribuzzi, De Vena (27’ st Sforzini), Da Dalt (32’ st Ciotola). A disp: Lagomarsini, Patrignani, Gerbaudo, Mentana, Omohonria, Buono. Allenatore: Bucaro.
MARCATORI: 24’ pt Da Dalt, 30’ pt Tribuzzi, 5’ st Spano, 47’ st Ciotola, 48’ st Tribuzzi.
ARBITRO: Sig. Simone Pazzini della sezione di Prato.
ASSISTENTI: Sigg. Matteo Basozzi della sezione di Sondrio e Luca Landoni della sezione di Milano.
AMMONITI: 11’ pt De Vena, 26’ pt Matute, 39’ st Murgi
I Lupi ritrovano la vittoria nel recupero contro il Budoni ,ma il 4-1 non deve trarre in inganno,perché il successo dei biancoverdi è stato più complicato di quanto dice il risultato finale. Oltre alla preziosissima vittoria, l’Avellino porta via da San Teodoro la convinzione di avere fatto la scelta giusta per quanto riguarda l’ultimo arrivato in casa biancoverde, Matteo Dionisi. Il roccioso difensore reatino ha palesato una solidità e soprattutto una personalità davvero ragguardevole, proprio ciò di cui aveva bisogno mister Bucaro, che ha voluto sfruttare questo “valore aggiunto” nel ruolo di terzino destro, laddove, cioè, maggiori erano stati i problemi emersi in quel di Sassari, giusto tre giorni orsono. Assestata la difesa con Dionisi, l’Avellino è apparso certamente più consistente anche a centrocampo, nella fase di proposizione, con la presenza di Di Paolantonio, che di sicuro ha fatto assai meglio dello spento ed “inservibile” Gerbaudo dell’ultima gara. Raggiunto il vantaggio al 22′ con un bel colpo di testa a “palombella” di Da Dalt, che, a cinque metri dalla porta sarda, ha sfruttato un posizionamento del pipelet del Budoni non proprio ortodosso, i Lupi hanno cinicamente tesaurizzato, dopo soli nove minuti, un’altra indecisione del portiere avversario su un diagonale dai 18 metri di Tribuzzi, portandosi su un rassicurante doppio vantaggio, al cospetto di avversari apparsi poca cosa sul piano della reattività e della proposta offensiva.
Alla ripresa delle ostilità, però, sono cominciati a ricomparire, come nel peggiore degli incubi, i “fantasmi” di Sassari, con la squadra irpina che istintivamente rinculava nella propria trequarti, e con un Budoni che, al di là della modestia tecnica, prendeva un po’ di coraggio. Accadeva, così, che al 50′ i giochi si riaprivano, anche grazie ad uno svarione incredibile di Pizzella, che si faceva sfuggire di mano un pallone di “alleggerimento” da parte di un calciatore sardo, che vedeva il suo quasi innocuo tiro, trasformarsi in un incredibile gol. Accorciate le distanze, il Budoni prendeva coraggio e cominciava a cingere d’assedio la trequarti avellinese, che, con il passare del tempo, addirittura sembrava dovesse premiare i Sardi con l’insperato pareggio. In questa fase, davvero negativa per i Lupi, Bucaro tardava colpevolmente a fare quei cambi che potessero dare un pò di respiro all’Avellino, che cominciava ad arrancare anche per via del venir meno delle energie da parte di uno spento De Vena, e di un Da Dalt che non ne aveva più. A poco meno di un quarto d’ora dal termine, il tecnico siciliano si ricordava di avere Sforzini in panchina e ne proponeva l’ingresso in campo in luogo di un De Vena quasi ectoplasma. Ma il cambio che ridava verve e nuove potenzialità offensive ai Lupi era quello che, a 13 minuti dal novantesimo, vedeva l’ingresso di Ciotola per Da Dalt. L’ex biancoverde dei tempi della serie B rispondeva alla grande e, con le sue sortite lungo l’out mancino, riusciva a spezzare la pressione del Budoni, e soprattutto a riproporre qualche buona chance per i Lupi in fase di finalizzazione. A tempo ormai scaduto, arrivava il terzo gol proprio ad opera di Ciotola, che si involava lungo il versante sinistro della trequarti avversaria, arrivava a tu per tu con il portiere avversario e, grazie ad un rimpallo favorevole, lo superava e metteva la palla dentro a porta sguarnita. La partita si chiudeva qua, anche se c’era giusto qualche secondo ancora a disposizione di Tribuzzi per siglare il quarto gol sul più classico dei contropiede, dando modo ai biancoverdi di chiudere addirittura in goleada.