Braglia : “Voglio una squadra che parli poco e scenda in campo per randellare e fare la partita”

MISTER PIERO BRAGLIA :

“Affrontiamo una partita complicata e lo faremo nel modo giusto. Le prime 4/5 gare sono le più pericolose perché le squadre si devono assestare. Le squadre partono con grande entusiasmo e si rischia con chiunque. Con il Campobasso ci abbiamo giocato durante la preparazione e loro erano molto più motivati di noi. Noi non dobbiamo pensare che dopo lo scorso campionato qualcosa ci sia dovuto. Quando si azzera tutto bisogna ricominciare con umiltà. Non siamo al top della forma ma questo lo sappiamo. Detto questo vogliamo scendere in campo e vincere. Sono contento di rivedere i tifosi perché lo scorso anno sembravano tante partite di allenamento. Spero che la loro presenza giovi anche ai calciatori che scendono in campo. Hanno una responsabilità in più e lo devono dimostrare. Contro il Sorrento abbiamo disputato 40 minuti di buon calcio. La squadra si è mossa come doveva. Non mi sono piaciuti quei minuti in cui abbiamo concesso qualcosa. Io non sono in confusione. La squadra si è allenata con la difesa a tre e la difesa a quattro perché dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza. Per quanto riguarda il mercato : Non ci servono attaccanti centrali. Abbiamo Plescia che senza giocare con continuità lo scorso anno ha realizzato undici reti. Abbiamo Maniero che senza aver giocato con continuità è andato in doppia cifra. Gagliano è un ragazzo di prospettiva a cui daremo fiducia. Messina per ora resta nel gruppo. Il possibile arrivo di un metodista lo escludo, stravedo per Aloi, abbiamo De Francesco quindi siamo al completo. Non ci servono attaccanti centrali. Abbiamo Plescia che senza giocare con continuità lo scorso anno ha realizzato undici reti. Abbiamo Maniero che senza aver giocato con continuità è andato in doppia cifra. Gagliano è un ragazzo di prospettiva a cui daremo fiducia. Messina per ora resta nel gruppo. Il direttore Di Somma lo sa, mi serve un sostituto di Kanoute o di Micovschi, dopodiché i giochi sono fatti. D’ora in poi deve parlare il campo. Sappiamo dove vogliamo e dove possiamo andare. La presunzione non paga e rischia di mandarci a sbattere”.

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