Avellino – Palermo 1 – 0, una rete di D’Angelo basta per ribaltare il risultato del “Renzo Barbera”

Avellino – Palermo 1 – 0

Avellino: Forte, Laezza, Dossena, Illanes, Ciancio, Carriero, Aloi, D’Angelo (dall’88’ Adamo), Tito, Fella (dal 91′ Bernardotto), Maniero (dall’88’ Santaniello). A disposizione: Pane, Leoni, Rizzo, M. Silvestri, De Francesco, Errico, Rocchi, Adamo, L. Silvestri. All.: Braglia.

Palermo: Pelagotti, Marong (dal 59′ Saraniti), Lancini (dall’88’ Doda), Marconi, Accardi, De Rose, Luperini, Valente, Santana (dal 59′ Silipo), Floriano, Kanoute (dall’81’ Almici). A disposizione: Fallani, Corrado, Palazzi, Crivello, Martin, Peretti, Odjer, Broh. All.: Filippi.

Arbitro: Zufferli di Udine. Assistenti: Lattanzi-Basile. Q.u.: D’Ascanio.

Marcatore: al 34′ D’Angelo.

Ammoniti: Fella, Aloi, Marconi (P). Angoli: 4-3. Rec.: 0′ pt; 5′ st.

Dopo la festa fuori allo stadio è tutto pronto al “Partenio-Lombardi” con Avellino e Palermo che fanno il loro ingresso in campo. Lupi in completo verde con inserti bianchi, rispondono gli ospiti in casacca rosa e pantaloncini bianchi. Prima del fischio d’inizio è stato rispettato un minuto di silenzio in ricordo di Tarcisio Burgnic.

 

L’Avellino, battendo il Palermo, ha regolato i conti del doppio confronto, ed è approdato meritatamente ai quarti di finale play off per la promozione in serie B.

Il verdetto del campo questa volta è stato assai aderente con il valore della squadra vincitrice: l’Avellino ha dimostrato, anche in questa post season, di essere decisamente superiore al Palermo.

Dopo aver perso in malo modo in gara 1 (non solo e non tanto per un rigore concesso generosamente ai Siciliani, ma anche per l’eccessivo attendismo del tecnico biancoverde), la squadra biancoverde era chiamata al riscatto nella gara 2. I Lupi dovevano necessariamente vincere per proseguire il cammino in questi play off. E per battere un solidissimo Palermo dovevano attingere a tutte le proprie risorse tecniche, caratteriali e morali.

Occorreva da parte di Aloi e compagni una gara tutta cuore e sacrificio, ma anche orgoglio e vis pugnandi. Solo con il piglio e l’atteggiamento adeguato, i Lupi potevano avere ragione dei Siciliani.

I ragazzi di Braglia sono partita a testa bassa sin dal fischio d’inizio, cingendo d’assedio i malcapitati palermitani, che, in tutta la prima frazione di gioco, non sono mai riusciti ad oltrepassare la loro metà campo. L’ardore agonistico, ma anche l’ottima organizzazione tecnico-tattica, decisamente superiore, ha consentito agli Avellinesi di prendere in mano la gara, cercando in ogni modo di pervenire al vantaggio nel più breve tempo possibile.

Dopo una prima mezzora a dir poco tambureggiante, l’Avellino è pervenuta meritatamente al vantaggio, a conclusione di un’azione travolgente di Maniero, che è entrato in area siciliana, si è letteralmente bevuto un paio di difensori palermitani e poi ha appoggiato in orizzontale all’accorrente D’Angelo, che non si è fatta sfuggire la ghiotta occasione di bucare la porta della squadra della sua città natale.

Sbloccatasi anche mentalmente, la compagine di Braglia ha potuto giocare con maggiore scioltezza, soggiogando ancora più in maniera palmare gli avversari. Il Palermo ha cercato generosamente di affrancarsi dalla “tenaglia” dei Lupi, ma poco ha potuto al cospetto di un’avversaria che la opprimeva con tutto il proprio orgoglio e la propria autorevolezza tecnica.

Nella seconda parte della gara, i Rosanero si sono fatti più intraprendenti, anche perchè l’Avellino è stata costretta dai ritmi forsennati del primo tempo, a rifiatare un po’. Ma la gestione del match, anche per l’ottima fase di non possesso, è rimasta sempre in capo ai Biancoverdi. E’ vero che i Siciliani sono anche andati vicini al gol con un tiro di Valente sul quale Forte si è superato, e su una traversa colpita nella sua parte superiore, ma il pareggio sarebbe stato davvero bugiardo.

Alla fine della fiera, a qualificarsi al turno successivo è stata giustamente la squadra più forte. Quindi, mai verdetto del campo fu più sacrosanto.

è  L’Avellino, battendo il Palermo, ha regolato i conti del doppio confronto, ed è approdato meritatamente ai quarti di finale play off per la promozione in serie B.

Il verdetto del campo questa volta è stato assai aderente con il valore della squadra vincitrice: l’Avellino ha dimostrato, anche in questa post season, di essere decisamente superiore al Palermo.

Dopo aver perso in malo modo in gara 1 (non solo e non tanto per un rigore concesso generosamente ai Siciliani, ma anche per l’eccessivo attendismo del tecnico biancoverde), la squadra biancoverde era chiamata al riscatto nella gara 2. I Lupi dovevano necessariamente vincere per proseguire il cammino in questi play off. E per battere un solidissimo Palermo dovevano attingere a tutte le proprie risorse tecniche, caratteriali e morali.

Occorreva da parte di Aloi e compagni una gara tutta cuore e sacrificio. Solo con il piglio e l’atteggiamento adeguato, i Lupi potevano avere ragione dei Siciliani.

I ragazzi di Braglia sono partita a testa bassa sin dal fischio d’inizio, cingendo d’assedio i malcapitati palermitani, che, in tutta la prima frazione di gioco, non sono mai riusciti ad oltrepassare la loro metà campo. L’ardore agonistico, ma anche l’ottima organizzazione tecnico-tattica, decisamente superiore, ha consentito agli Avellinesi di prendere in mano la gara, cercando in ogni modo di pervenire al vantaggio nel più breve tempo possibile.

Dopo una prima mezzora a dir poco tambureggiante, l’Avellino è pervenuta meritatamente al vantaggio, a conclusione di un’azione travolgente di Maniero, che è entrato in area siciliana, si è letteralmente bevuto un paio di difensori palermitani e poi ha appoggiato in orizzontale all’accorrente D’Angelo, che non si è fatta sfuggire la ghiotta occasione di bucare la porta della squadra della sua città natale.

Sbloccatasi anche mentalmente, la compagine di Braglia ha potuto giocare con maggiore scioltezza, soggiogando ancora più in maniera palmare gli avversari. Il Palermo ha cercato generosamente di affrancarsi dalla “tenaglia” dei Lupi, ma poco ha potuto al cospetto di un’avversaria che la opprimeva con tutto il proprio orgoglio e la propria autorevolezza tecnica.

Nella seconda parte della gara, i Rosanero si sono fatti più intraprendenti, anche perchè l’Avellino è stata costretta dai ritmi forsennati del primo tempo, a rifiatare un po’. Ma la gestione del match, anche per l’ottima fase di non possesso, è rimasta sempre in capo ai Biancoverdi. E’ vero che i Siciliani sono anche andati vicini al gol con un tiro di Valente sul quale Forte si è superato, e su una traversa colpita nella sua parte superiore, ma il pareggio sarebbe stato davvero bugiardo.

Alla fine della fiera, a qualificarsi al turno successivo è stata giustamente la squadra più forte. Quindi, mai verdetto del campo fu più sacrosanto.

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