Avellino – Cesena 1-1 : Il Cesena all’ultimo secondo, strappa un pareggio immeritato al Partenio – Lombardi

Avellino – Cesena   1 – 1

Avellino: Radu, Migliorini, Morero, Marchizza, Laverone, Molina, Di Tacchio, Wilmots (dal 60′ Moretti), Rizzato (dal 77′  Falasco), Asencio, Ardemagni (dal 94′ De Risio). A disposizione: Lezzerini, Pecorini, Kresic, Vajushi, Evangelista, Cabezas. All.: Novellino.

Cesena: Fulignati, Donkor, Esposito, Scognamiglio, Fazzi, Vita, Schiavone, Fedele (dal 64′ Cascione), Laribi (dal 74′Kupisz), Jallow, Moncini (dal 60′ Cacia). A disposizioneAgliardi, Melgrati, Perticone, Eguelfi, Chiricò, Suagher, Dalmonte, Ndiaye, Emmanuello. All.: Castori.

Arbitro: Ghersini di Genova. Assistenti: Rocca di Vibo Valentia e Rossi di La Spezia. Quarto uomo: Vigile di Cosenza.

Marcatori: all′89′  Moretti, al 96′  Cacia (C).

Ammoniti:  Molina,  Vita (C). Angoli: 10-2. Rec.: 0′ pt ; 6′ st.

Pareggio tanto rocambolesco quanto bugiardo, quello venuto fuori dallo scontro diretto per non finire nelle sabbie mobili della lotta per non retrocedere tra Avellino e Cesena. Rocambolesco perchè, le due contendenti sono andate in gol proprio allo spirare del regolamentare, i padroni di casa, e all’ultimo respiro, il Cesena; bugiardo perchè se c’era una squadra che ha fatto davvero tutto per meritarsi i tre punti, quello era l’Avellino. I Lupi sono usciti dal campo a testa bassa, perchè, giustamente, si sono sentiti rapinati da un Cesena che l’unico tiro in porta lo ha effettuato con il colpo di testadi Cacia (sempre lui, vera e propria bestia nera dell’Avellino), che ha regalato l’insperato pareggio ai Romagnoli. La compagine di mister Novellino era scesa in campo con la formazione migliore possibile, attese le perduranti assenze di gente come Gavazzi,  Castaldo e Bidaoui, oltre agli squalificati Ngawa e D’Angelo. L’esperto mister irpino aveva optato per un intelligente e produttivo 3-5-2, che aveva sorpreso non poco il suo collega Castori. La partenza dei Lupi era stata per la prima mezzora davvero impeccabile, con un sorpredente Wilmots (al suo debutto assoluto in Italia) a sfoggiare giocate di classe e di costrutto, e con le fasce finalmente ispirate (con Rizzato dalla mancina) e Laverone, spesso coadiuvato da Molina (impiegato comunque da interno destro). Perno centrale il ritrovato Di Tacchio, che non si limitava a fare da frangiflutti, ma riusciva anche a dare una concreta spinta alla manovra biancoverde. La difesa controllava senza affanno alcuno un reparto offensivo cesenate apparso inconsistente. Durante questo primo terzo di gara, i Lupi hanno lavorato ai fianchi la non trascendentale retroguardia romagnola, che sarebbe capitolata già al 13′ se il palo alla sinistra di Fulignati non avesse sputato la girata di sinistro a botta sicura di Ardemani: un misto di sfortuna e imprecisione del centravanti milanese. Nella parte finale del primo tempo è apparso palese e giustificabile il fatto che i Lupi tirassero un pò il fiato. Ma il Cesena non hanno fatto molto per approffittare del “momento di riflessione” dei biancoverdi, continuando a preferire un gioco speculativo, fatto soprattutto di rottura e attento presidio della propria trequarti. La ripresa riproponeva lo stesso canovaccio tattico: Lupi protesi all’offensiva e Romagnoli votati all’attesa. L’attacco biancoverde, con un Asencio non in grande giornata e con un Ardemagni che pagava qualcosa in termini di efficienza alla lunga assenza dal campo, stentava alquanto e non riusciva a tradurre in grosse occasioni da gol il grande lavoro fatto sulle fasce, proprio come era successo nella prima frazione di gioco. Ciononostante, ai padroni di casa capitavano almeno due chiare possibilità di realizzazione: al 62′ con Migliorini che colpiva assai bene di testa dal dischetto del rigore, ma Fulignati si opponeva alla grande con un fantastico colpo di reni; all’81’ con Ardemagni, che gira di testa la palla nell’angolino alla sinistra dell’ cottimo portiere romagnolo, che compiva un’altra prodezza, riuscendo a smanacciare la sfera. All’89’, quando ormai quasi nessun tifoso biancoverde presente al Partenio-Lombardi ci sperava più, Falasco entrava in area e andava letteralmente a cercarsi l’immancabile, proverbiale, ingenuità dell’ex Donkor, che con il ginocchio interrompeva la corsa dell’esterno mancino avellinese. Calcio di rigore! Sul dischetto si portava il redivivo Moretti, che liberava tutta la sua rabbia per la lunga assenza dal campo (non per infortunio, ma per motivi tecnici!) con un calcio tanto potente quanto preciso all’incrocio dei pali, che valeva il vantaggio ed il quasi assodato successo dei Lupi. Ma l’Avellino non aveva fatto i conti con la sua bestia nera, Cacia, che proprio all’ultimo respiro su una mischia in area piccola , susseguente ad una spizzata di Esposito, su calcio d’angolo, metteva di testa beffardamente in rete, per il rocambolesco pareggio romagnolo. E cosi il Cesena con il primo ed unico tiro in porta, portava via un pareggio immeritato.

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