Cassino – Avellino 2 – 1
Cassino: Palombo, Di Filippo, Carcione, Nocerino, Tomassi, Centra, Tirelli, Ricamato, Mattera, Prisco, Marcheggiani (dall’88′ Scibilia). A disposizione: Della Pietra, Lombardi, Tribelli, Zegarelli, Sfavillante, Delicato, Di Sotto, Darboe. All.: Urbano.
Avellino: Viscovo, Betti (dall’84′ Omohonria), Morero, Dionisi (dal 46′ Dondoni), Parisi, Matute, Rizzo (dal 55′ Di Paolantonio), Gerbaudo (dal 46′ Sforzini), Tribuzzi, De Vena, Da Dalt (dal 77′ Pepe). A disposizione: Lagomarsini, Falco, Buono, Capitanio. All.: Bucaro.
Arbitro: Zucchetti di Foligno. Assistenti: Toce di Firenze e Biancucci di Pescara.
Marcatori: al 25′ Ricamato (C) , al 51′ De Vena, al 72′ Ricamato (C).
Espulso: al 5′ Capitanio direttamente dalla panchina. Ammoniti: Tomassi (C), Carcione (C), Morero. Angoli: 1-6. Rec.: 1′ pt; 3′ st.
La classifica è lo specchio del campionato e l’Avellino merita assolutamente di non essere al primo posto. Doveva essere la partita del riscatto dopo l’amara delusione del pareggio in quel di Colleferro, invece la trasferta di Cassino si è rivelata ancora più deprimente ed umiliante per le tante centinaia di tifosi biancoverdi che si sono recati nella città dell’Abbazia per sostenere i Lupi. La squadra di Bucaro esce a capo chino, con un’altra sconfitta, anche dallo stadio Salvetti, e praticamente deve quasi dire addio ai propri sogni di gloria, atteso che il suo ritardo dalla vetta della classifica adesso è salito addirittura a 10 punti.
E’ stata un’altra prestazione incolore ed inammissibile per Morero e compagni, che avrebbero dovuto fare un sol boccone di avversari modesti, invece sono stati sconfitti senza alcuna attenuante, nè tecnica, nè agonistica. Un primo tempo inguardabile quello dei Lupi, guidati da un Bucaro che sta dimostrando, fatti alla mano, di essere un rimedio peggiore del male.
E sì perchè, dopo l’esonero di Graziani, ci saremmo aspettati un tecnico che potesse aggiustare le cose in corsa. Invece, pur potendo contare su una rosa decisamente superiore rispetto a quella che era inizialmente a disposizione del tecnico toscano, l’ex difensore dell’Avellino che fu di Ammazzalorso sta deludendo non poco le aspettative dei tifosi. La sterzata tanto attesa non c’è stata per niente, sia in termini di risultati, sia in termini di prestazioni. Basti pensare che nelle ultime tre gare, gli uomini di Bucaro hanno vinto solo con il derelitto Anzio, fanalino di coda del girone (ribaltando un risultato che a 12′ dalla fine li vedeva addirittura soccombenti!), rimediando appena un punto al cospetto del Città di Anagni, e perdendo malamente quest’oggi a Cassino.
La gara del Salvetti è stata l’ennesima delusione anche sul piano tattico, con Bucaro che ha continuato ad insistere pervicacemente con quel suo pseudo 4-3-3 (con il “tridente” offensivo composto da una seconda punta, De Vena, che non può assolutamente giocare con quel modulo, e con due esterni d’attacco, Tribuzzi e Da Dalt, che sono essenzialmente esterni di centrocampo).
Regalato un tempo intero agli avversari, che, guarda caso, alla prima disattenzione difensiva dei biancoverdi, erano andati anche in gol (al 25′ rete di Ricamato a seguito di un’azione rocambolesca sotto la porta biancoverde), il tecnico di Palermo aveva cercato di correre ai ripari inserendo Sforzini e togliendo dal campo un inguardabile Gerbaudo. Una sciocchezza di un difensore laziale, dopo 6′ della ripresa, aveva anche dato una grossa mano ai Lupi, provocando il calcio di rigore per una plateale spinta su Tribuzzi. Dal dischetto, De Vena aveva pareggiato i conti, e sulle ali del gol realizzato, i Biancoverdi avevano preso a spingere alla ricerca dell’intera posta in palio. Sembrava l’inizio della riscossa avellinese.
Invece, dopo una ventina di minuti in cui si era fatto anche tambureggiante l’attacco dei Lupi (che, pur creando qualche occasione pericolosa, non erano riusciti a metterla dentro), arrivava la doccia fredda del secondo gol del Cassino, realizzato al 27′ della ripresa, ancora da Ricamato, quest’oggi improvvisatosi goleador grazie alle gravi lacune da parte della retroguardia avellinese.
Il nuovo vantaggio dei padroni di casa stendeva letteralmente i Lupi, soprattutto sul piano psicologico, perchè Sforzini e compagni non erano più in grado di articolare un’azione pericolosa in area laziale. Le energie mentali degli Avellinesi andavano inesorabilmente spegnendosi, ed i calciatori locali avevano gioco facile nel chiudere tutti i varchi.
Dopo tre minuti di recupero, il triplice fischio dell’arbitro sanciva un’altra amara debacle per i Lupi, e soprattutto faceva praticamente calare il sipario sulle loro residue velleità di promozione in Terza serie.
Ovviamente, sempre a meno di una miracolosa rimonta biancoverde, che, nelle 14 gare che mancano alla chiusura del campionato, dovrebbe presupporre non solo un’incredibile serie ininterrotta di vittorie dell’Avellino, ma anche un’inverosimile frenata del battistrada Lanusei (che ha ora 10 punti di vantaggio sui Lupi). Senza tenere conto delle altre tre squadre che al momento precedono i Lupi: il Trastevere, il Latte Dolce ed il Monterosi, avanti rispettivamente di 5, 4 e 2 punti.