Chiuso finalmente il mercato: il nuovo Avellino sarà la mina vagante del campionato

Con la chiusura del calcio mercato si è definita anche la rosa dell’Avellino edizione 2017/18.
Senza rischiare di peccare di partigianeria, si può pensare  tranquillamente che non manchino le argomentazioni tecnico-tattiche per considerare questa rosa complessivamente valida. Certo,  qualche dubbio permane circa la mancata ottimizzazione di un parco calciatori idoneo a far competere l’Avellino per un obiettivo importante, vale a dire la promozione in serie A. Anzi, perchè non dirla tutta: questa rosa forse non può competere con le squadre che, a nostro avviso, lotteranno per il salto di categoria:  Perugia, Parma, Frosinone, Bari, Pescara e Palermo. Ma, premesso ciò, l’Avellino, cosi come esce da questo calcio mercato, ci pare in grado di potersela giocare contro tutte le 21 concorrenti e, perchè no,  può legittimamente sperare di fare un campionato assai importante. Quanto importante? La risposta la darà il campo, come sempre giudice supremo.
Analizziamo il parco calciatori dell’Avellino, partendo dai portieri.
Rispetto allo scorso anno, quando a difendere i pali biancoverdi c’era Radunovic,  forse affiora qualche “remora” circa il livello tecnico di Lezzerini e Radu. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, si può anche sperare che la prestazione dell’ex Fiorentina contro il Brescia, assai incoraggiante, potrebbe essere solo l’inizio di un campionato assai positivo per Lezzerini. Del resto, riteniamo che, con calma e pazienza, e soprattutto con il sagace lavoro di Carmine Amato, l’Avellino potrebbe ritrovarsi, strada facendo, un portiere degno erede di Radunovic, le cui qualità sono esplose, lo scorso anno, proprio a campionato in corso. Se il titolare della porta dei Lupi sarà Lezzerini o lo stesso Radu, di cui si sente parlare un gran bene, lo dirà il campionato di settimana in settimana.
Il pacchetto dei difensori centrali, sia per qualità che per quantità (ce ne sono ben 5 a disposizione: Migliorini, Suagher, Marchizza, Kresic e Ngawa) ci sembra consistente e di sicuro affidamento. Certo, permane qualche incognita sulla tenuta fisica della coppia che è partita titolare alla prima di campionato, vale a dire  Suagher-Migliorini, che ricordiamolo, in due sommano circa tre anni di assenza complessiva dal campionato. Il che non ci pare un pregresso che lasci dormire sonni tranquilli. In ogni caso, anche tenendo conto che pochi giorni fa è  arrivato alla corte di Novellino un centrale di piede mancino, assai promettente come Marchizza,  è lecito asserire che la batteria dei difensori centrali, che sottolineamolo pure, è composta da calciatori che sanno anche giocare la palla e quindi riavviare l’azione propositiva, si presenta alquanto soddisfacente.
I quattro terzini, o esterni bassi, due di destra e due di piede mancino, sono sostanzialmente tutti affidabili. Anche se, al momento, riteniamo che  Laverone e Rizzato, che per qualità tecniche si fanno nettamente preferire rispetto a Pecorini e Falasco, siano da considerarsi titolari inamovibili. Certo, sia l’ex Vicenza che l’ex Trapani non sono due “colossi”, ma hanno grande gamba e soprattutto ottimo piede. Per le loro caratteristiche sono molto più votati all’offensiva, ma ci piace ricordare che Laverone lo scorso, nelle prime partite disputate in biancoverde, fu utilizzato da Novellino da vero terzino di copertura,  e addirittura sulla fascia sinistra, destando impressioni alquanto positive.
Per quel che concerne il centrocampo, alzi la mano chi non avrebbe voluto nella rosa dei Lupi un centrocampista di grosse qualità tecniche, capace di giocare con la stessa efficacia e produttività sia la fase difensiva che offensiva. Alla fine è rimasto Paghera, e tutto sommato può stare anche bene in questa rosa, considerato che lo scorso anno il bresciano ha fatto alcune partite positive, specie quando ha potuto avere al suo fianco un Moretti in buona forma.
Noi divideremmo i quattro centrocampisti centrali a disposizione di Novellino in due coppie, a nostro parere equivalenti fra loro (e quindi alternative), con la convinzione che esse possono tranquillamente avvicendarsi in campo, senza che venga pregiudicato il rendimento complessivo della squadra. Ecco, tatticamente, ci sembrerebbero egualmente ben assortite sia la coppia Di Tacchio-Paghera, sia quella formata da Moretti e D’Angelo. In alternativa, specie fuori casa, andrebbe bene anche la coppia Paghera-D’Angelo, mentre composta eventialmente da Di Tacchio e Moretti, a nostro avviso, risulterebbe forse non molto reattiva e dinamica.
 Per quanto riguarda gli esterni di centrocampo, o meglio esterni offensivi (Bidaoui, Molina, Camarà e Lasik, in attesa del recupero di Gavazzi), siamo di fronte a calciatori che sanno attaccare gli spazi e, nel caso di Bidaoui e Molina, sanno anche saltare l’uomo, riuscendo a creare la superiorità numerica in fase di attacco. Certo Camarà e Bidaoui sono due attaccanti che Novellino (che qualche osservatore sprovveduto, o superficiale, definisce erroneamente difensivista) non disdegna di utilizzare da esterni di centrocampo, finendo con il disegnare un 4-2-4 iperoffensivo (un pò quello che fa Gianpiero Ventura), come abbiamo visto nell’ultima mezzora contro il Brescia, quando con l’inserimento di Camarà a destra e Molina a sinistra, e con in mezzo Castaldo e Ardemagni, l’Avellino ha messo in campo un potenziale offensivo mica da ridere. Ma, per fortuna,  a beneficio dell’equilibrio tattico, c’è lo stesso Molina (che nella catena di destra, spesso si scambia la posizione con Laverone, andando a coprire in difesa, con l’ex vicentino che si fionda in avanti) e lo stesso Lasik, sostanzialmente adusi a fare, con impegno ed efficacia, anche al fase difensiva. Insomma i quattro esterni (cinque con il convalescente Gavazzi) ci sembrano bene assortiti, tenedo presente che, nel gioco delle coppie, come si diveva innanzi, ci vuole sempre quel pizzico di equlibrio. Che si raggiunge impiegando, salvo nei casi in cui c’è da recuperare un risultato, un attaccante esterno (Bidaoui o Camarà) insieme ad un altro come Molina o Lasik, che sappiano anche agire nel non possesso.
 Dando un’occhiata al parco attaccanti,  c’è da dire  che l’arrivo di Morosini porta quel tocco di imprevedibilità tecnico-tattica di cui l’Avellino aveva bisogno. E’ chiaro che l’utilizzo del trequartista, o meglio del calciatore che sappia giocare tra la linea di centrocampo e quella d’attacco, va sempre a “scompaginare” assetti tattici ben delineati. Serve, per cosi dire, a dare “elasticità” ad un sistema di gioco precostituito, per non dare precisi riferimenti tattici agli avversari. E’ chiaro che il trequartista, in questo caso, Morosini, deve essere al top della forma, e comunque deve essere nella situazione di massima “integrazione” tattica con il resto della squadra, altrimenti, come è avvenuto contro il Brescia, ciò che in partenza doveva essere un punto di forza, si può trasformare in un punto di debolezza.
La coesistenza di Morosini con la coppia Castaldo-Ardemagni dipende molto dall’avversario di turno e soprattutto dalle contingenze tecnico-tattiche della singola gara. In alcune partite, o in qualche frangente di gara, questa sorta di tridente potrebbe essere produttivo, sempre cercando di salvaguardare il giusto equilibrio tra le due fasi gioco. Ad ogni modo, anche considerando che Novellino può contare su un’altra prima punta assai mobile e desiderosa di mettersi in mostra, come il giovane spagnolo Asencio, si può asserire che la rosa degli attaccanti dell’Avellino (facendo rientrare nel reparto offensivo anche lo stesso Camarà e Bidaoui, che all’occorrenza possono essere utizzati come veri e propri attaccanti) è da ritenersi tra le migliori batterie offensive dell’intera serie B.
In definitiva, anche guardando l’agguerrito lotto delle concorrenti, emerge la convinzione (discendente da argomentazini tecnico-tattiche che onestamente non ci sembrano solo soggettive) che questo nuovo Avellino (allestito dalla dirigenza biancoverde su precise indicazioni di mister Novellino, che in alcuni casi importanti,  avrebbe addirittura scelto personalmente i nuovi acquisti) sarà la mina vagante del campionato di serie B 2017-2018. E con un pizzico di fortuna, chissà……..
Rino Scioscia
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